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La passione per il collezionismo era insita nella famiglia di Leonardo. E lui l’aveva ereditata in pieno. Conosceva a menadito le varie collezioni di sua madre, arrivate a lei dal nonno in primis e dal bisnonno, e aveva contribuito lui stesso ad alimentarle. Per questo fu molto sorpreso di trovare, in una cassapanca in cui avrebbero dovuto esserci solo francobolli e monete, un soldatino Schiaccianoci in uniforme rossa e corona da re, con decori glitterati su giacca e pantaloni. Una volta che lo ebbe ripulito accuratamente dalla polvere lo studiò con una lente alla ricerca di qualche dettaglio per stabilire la provenienza. Ma nessuno della famiglia sembrava saperne niente, ad eccezione della ormai anziana bisnonna, che sentendo la parola Schiaccianoci gli raccontò del bizzarro incontro con Babbo Natale di un bambino chiamato Ippolito, a lui sconosciuto. La nonnina, però, aveva conservato alcune vecchissime foto in bianco e nero, ormai ingiallite che Leonardo sfoglò distrattamente. Ritraevano tutte stanze addobbate, alcune più sontuosamente, altre con solo un piccolo alberello e qualche candela. Recavano date lontane, la più vecchia era il 1860 finché, guardandone una sul retro datata 1905, si imbattè nel piccolo Ippolito con il suo Schiaccianoci tra le mani. Esattamente lo stesso arrivato fino a lui. Leonardo iniziò ad intuire. Sistemò le foto in ordine cronologico, guardandole con attenzione. Lo Schiaccianoci appariva in tutte quelle successive al 1910, fino all’ultima foto, con una bambina sorridente di nome Maria. La sua bisnonna. Leonardo strinse lo Schiaccianoci tra le mani e gli accarezzò la barba morbida. Che fosse o meno un dono di Babbo Natale al suo bis-bis-bis nonno Ippolito non aveva importanza. Era stato per lungo tempo il simbolo del Natale della sua famiglia. E lo sarebbe stato ancora. Quello era il momento perfetto per una foto nel salone addobbato.
Il soldatino di Natale in giacca glitterata e corona splendente che preserva i ricordi del cuore
Lo Schiaccianoci Sovrano del Tempo Passato è un tripudio di colori natalizi e brillantezza. È così fiero, con indosso la sua giubba militare di un rosso acceso, a tono con il verde scuro glitterato del doppiopetto, delle spalline e dei polsini. Sul doppiopetto ci sono due file di tonde pietrine trasparenti: sono i bottoni, tre per lato, come nelle uniformi militari ottocentesche. Il festoso accostamento tra tinta unita e brillantini continua anche sui pantaloni della divisa, bianchi, con sul davanti due sottili righe verdi e una riga rossa centrale più spessa e glitterata. Anche il diadema che il soldatino porta sulla testa, con pietra rossa centrale, ha una base brillantinata di colore verde, mentre gli unici indumenti privi di ulteriori decorazioni sono gli stivali neri e il cinturone in vita con fibbia color oro.
Legno con dettagli manualmente rifiniti
Il Sovrano del Tempo Passato è realizzato in legno e dipinto a mano, un elemento dopo l’altro. Sono disegnati a mano anche i tratti somatici, che caratterizzano il viso e ne definiscono la personalità. A partire dagli occhi azzurri, le sopracciglia nere con la punta all’ingiù, i baffoni con la punta arricciata, i capelli e la barba in soffici fili di tessuto bianco. Non è disegnato, invece, il naso, che sporge dal viso, proprio sopra la bocca mobile la cui mascella inferiore è incassata direttamente nel collo e si apre e si chiude mediante la leva sulla schiena. Il tratto caratteristico del personaggio. Pur avendo l’aspetto austero e la posa militaresca tipica di ogni Schiaccianoci, il Sovrano del Tempo Passato sul suo piedistallo rosso assume un’aria regale, non solo per la corona, ma anche per lo scettro dorato a cui si appoggia con naturalezza e autorevolezza.
Materiale | Legno |
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Colore | Rosso-Verde |
Larghezza | 10 cm |
Profondità | 8 cm |
Altezza | 35 cm |