Utilizziamo i cookie per rendere migliore la tua esperienza di navigazione. Per rispettare la nuova direttiva sulla privacy, è necessario chiedere il tuo consenso per impostare i cookie. Per saperne di più.
Dal mucchio di fogli un po’ spiegazzati e ingialliti dal tempo venne fuori un bellissimo fiore rosso con i petali di venature ramificati e brillantini e la corolla a forma di stella come quella di una giunchiglia. Nando non capiva proprio perché quel fiore fosse lì, né come ci fosse finito, finché non sbirciò uno dei fogli e li scoprì vergati da una mano infantile, lettere grandi e rotonde, ma piuttosto precise nonostante le macchioline di inchiostro. “Stanotte il cielo è pieno di stelle e sento il suono di dolci campanelle. L’albero brilla con luci dorate e sotto ci sono sorprese incartate”. “Che belle rime”, lo sorprese Caterina leggendo oltre le sue spalle, “Di chi è questa poesia?”. “Oh… era di un giovane, giovanissimo, poeta di nome Fernando”.
Il piccolo Nando era sempre stato molto affascinato dai cugini più grandi che, prima del dolce, attiravano l’attenzione di tutta la famiglia riunita a tavola per il pranzo di Natale, per poi salire sulla sedia a capotavola e recitare poesie e cantare. Lui, invece, era un po’ timido e di salire sulla sedia non ne voleva sapere proprio, però poi, all’altro capo del tavolo, c’era sempre qualcuno che non riusciva a sentire le sue parole. “Quell’anno”, raccontò alla moglie, man mano che i ricordi riaffioravano, “Mio cugino aveva imparato una poesia uguale alla mia, perché andavamo nella stessa scuola. Mamma mi diceva che non era importante, ma io ero veramente molto abbattuto. Poi mi venne un’idea… la nonna mi aveva regalato un diario segreto con le penne colorate…”. “E ti mettesti a scrivere!”. “Non solo… per farmi notare anch’io sfilai dall’albero un fiore, questo fiore qui, che mi piaceva un sacco perché, anche se era un po’ nascosto tra i rami, si vedeva subito per le luci che si riflettevano sui brillantini sulle punte. E lo infilai tra le maglie larghe della felpa, sul petto, sul cuore”.
“Babbo Natale, sei già in cammino, con la tua slitta e il tuo cappellino? E mentre chiudo gli occhi e sogno pian piano, il vento di neve mi sfiora la mano. Buonanotte, Babbo, vieni a trovarmi, nel sogno di Natale, puoi anche abbracciarmi”. Uno scroscio di applausi lo fece diventare rosso più del fiore che portava appuntato sul petto. E da quel Natale, ogni anno, scrisse da solo la sua poesia, che recitava sempre adorno del bellissimo fiore striato con le paillettes.
Il fiore di Natale rosso con le paillettes sui bordi e il pistillo scintillante che sboccia come una poesia
Il fiore Foret en Automne è la dolce poesia recitata da un bambino, che Santa Claus ode mentre, felice, si allontana da una dimora in cui ha appena lasciato un dono. La corolla da giunchiglia del fiore è vaporosa, vellutata, i petali sono leggeri e affusolati, con i bordi lievemente arrotondati. Li percorrono solchi dritti orientati verso le punte lunghe e sottili che segnano il petalo quali versi di quella poesia natalizia che si imprimono nel cuore emozionato. Quell’emozione si staglia lucente sulle foglie, riverberandosi nei cristallini rossi lucidi delle punte e sul cespuglio di bacchette al centro del fiore. Foret en Automne racconta la meraviglia dell’essere ad un passo dal Natale.
Materiale | Stoffa |
---|---|
Colore | Rosso |
Effetto | Velluto-Glitter |
Larghezza | 23 cm |
Profondità | 23 cm |
Altezza | 20 cm |