Voce profonda, gote rubiconde, lunga barba bianca che si confonde con gli orli in pellicciotto del suo tradizionale abito rosso, cappello a punta, cuore buono… non è difficile capire di chi sto parlando. Sono queste le caratteristiche per cui Babbo Natale è riconosciuto in tutto il mondo, ma dietro la sua figura c’è tanto di più: storie, tradizioni e amorevoli sentimenti che fanno di Babbo Natale l’uomo che ancor oggi dedica la sua vita agli altri.

Per comprendere come è nato bisogna fare un passo indietro e parlare della sua vita, la storia di Babbo Natale prima che venisse stravolta da noi elfi, quando non gli veniva riconosciuta la paternità di una festività, ma già era noto il suo animo e la sua dedizione che lo portano a diventare già in giovane età vescovo di Myra.

Le origini di Babbo Natale

Nicola, questo è l’originale nome di Babbo Natale, datogli quando nacque quasi alla fine degli anni 200 a Patara, in Turchia, vicino Myra dove ha trascorso gran parte della sua vita e dove venne ordinato prima sacerdote e poi vescovo della città. Numerose sono state le gesta che, prima ancora della leggenda di babbo natale, lo hanno portato poi alla santificazione, tra queste ricordiamo tre episodi emblematici.

La dote in regalo

Un uomo caduto ormai in miseria, a causa della mancanza di dote, non sapeva come far sposare le proprie figlie, per questo stava vagliando diverse soluzioni non del tutto virtuose. Fortunatamente, Santa Claus corse in suo aiuto. Si narra, infatti, che per diverse notti fece cadere dal comignolo del camino di casa dell’uomo dei sacchi pieni di monete, fin quando non furono abbastanza per far sposare le tre fanciulle e non fargli perdere la retta via.

La quiete durante la tempesta

Durante una traversata un equipaggio fu sorpreso da un’improvvisa e burrascosa tempesta, così violenta da fargli temere la morte. Angosciati e impauriti si rivolsero al cielo e in risposta un uomo dagli straordinari poteri salì a bordo prese il controllo del timone e placò la tempesta, permettendo alla nave di tornare in porto, dove sparì. Per ringraziare il loro Dio, i marinai si recarono nella chiesa di Myra dove riconobbero nel vescovo l’uomo che li aveva aiutati.

La generosità del grano

Una nave carica di grano destinato all’imperatore di Roma transitò nei pressi di Myra  proprio quando siccità e carestia colpirono la città di San Nicola. Ciò nonostante, il capitano della nave non voleva proprio saperne di aiutare il popolo con il suo carico, questo fin quando Nicola lo convinse ad aiutare la gente del luogo. L’uomo, ispirato dalle parole del Santo, sfamò l’intera cittadina e ciò nonostante giunse a Roma con la nave ancora carica.

Queste sono solo alcune delle prodezze di Santa Claus prima che il suo destino si compisse. Noi elfi non ce ne siamo persa una. Prima ancora che prendesse i voti, quando è salito per la prima volta nei pressi delle nostre grotte, dove spesso si recava per meditare, abbiamo avvertito subito che in lui ci fosse qualcosa di speciale, lo abbiamo scelto quel giorno, ma ancora non lo sapevamo, quindi potremmo averlo tenuto d’occhio…

La leggenda di Babbo Natale

Devo ammettere che dalla scomparsa del vescovo di Myra - che per inciso ha deciso di venire con noi di sua spontanea volontà - per secoli siamo stati molto bravi a mantenere un piacevole alone di mistero su chi consegnasse i giocattoli in tutto il mondo la notte di Natale. Era bello venire a conoscenza di tutte le leggende che giravano in merito e vedere come veniva rappresentata la figura di Babbo Natale dai pochi che riuscivano a scorgerlo. C’è anche da dire che nessuno aveva le mani di Haddon Sundblom, l’illustratore di Coca Cola che è riuscito a fare un ritratto verosimile, anche se Santa Claus continua a sostenere di non essere così grosso e di avere molti più capelli. 

Prima di lui gli olandesi già la sapevano lunga su Sinterklaas, che veniva rappresentato ancora con pastorale e mitra, abiti che aveva abbandonato molto tempo prima, appena avvertito il freddo della Lapponia. Anche a New York già si parlava di lui. Nel giro di nemmeno un secolo è comparso su un giornale prima, poi tra le pagine del libro “History of New York” dello scrittore Washington Irving e anche in una poesia di Clement Clarke Moore, “A Visit From Saint Nicholas” in cui l’autore ha descritto per filo e per segno tutto ciò che ha visto e sentito dopo che Babbo Natale è passato a casa sua. Beh… diciamo che non è facilissimo non farsi vedere quando tutti sanno esattamente il giorno, o meglio, la notte in cui andrai a fargli visita. 

Chi ha creato Babbo Natale

Il bello di tutte queste storie è che a molti di colori che hanno raccontato di lui è stata attribuita la paternità di Santa Claus, come se spingere a chiedersi chi ha inventato Babbo Natale possa davvero negare la sua esistenza o come se dietro la creazione di un uomo possa davvero esserci qualcun altro. E’ sbagliato, infatti, anche sostenere che siamo stati noi elfi a dar vita a Santa Claus. Noi ci siamo solo limitati a impedirgli di invecchiare più di quanto non sia già invecchiato, a convincerlo a mettere la sua bontà d’animo a disposizione dell’umanità, a lasciare tutto, attraversare un intero continente, dare inizio a una tradizione millenaria e fondare Nataland. Tutto ciò che però Claus ha fatto e continua a fare lo deve a se stesso, all’ animo generoso, all’incredibile carisma e al suo buon cuore. Persone come lui, se non esistessero già, dovrebbero proprio inventarle.