Di tutte le festività che interrompono la routine durante l’anno, il Natale è senza dubbio la più attesa. E’ l’occasione in cui la notte si illumina, le persone si ritrovano e si riscopre il piacere di fare e ricevere doni. Una ricorrenza a cui, per tradizione ed abitudine, partecipano quasi tutti, anche chi non è consapevole di ciò che la festività rappresenta. C’è di bello, però, che nonostante il significato del Natale non sia univoco ma cambia in base alla cultura e alla religione,  tutte le interpretazioni hanno dei punti comuni.

Significato e origini della festività

Per comprendere cosa si festeggia a Natale, indipendentemente dal proprio riferimento culturale e religioso, bisogna prima di tutto conoscere l’etimologia del termine. Cosa significa Natale? Il sostantivo ha origini latine e deriva dal termine natalis - che riguarda la nascita - che a sua volta viene dal participio passato di nasci - nascere. Si tratta quindi di un termine che ha a che fare con la nascita di qualcosa o qualcuno. Pertanto, non si può comprendere la rappresentazione della festività se non facendo riferimento alle sue origini che variano di cultura in cultura, trovando terreno fertile soprattutto nelle religioni.

Il Natale per i pagani

Tra le più antiche festività che hanno dato origine al Natale ci sono sicuramente quelle legate al solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno, evento celebrato in tutti i culti, in cui il Sole ricopriva un ruolo importante. Infatti, egiziani, indo persiani, siriani, greci e persino i romani erano soliti festeggiare il fenomeno del solstizio come giorno di ri-nascita del Sole che giunto al minimo della propria potenza, dopo essere stato inghiottito dalla più lunga delle notti, rinasce riconquistando cielo e terra, decretando la supremazia della luce sulle tenebre. Inoltre, in quello stesso periodo i romani festeggiavano anche i saturnali, dedicati a Saturno, dio dell’agricoltura, in cui si era soliti scambiarsi regali per augurare pace e prosperità. 

La festa ebraica dell’Hannukkah

Pace e luce sono al centro anche del chanukka, o hannukka, la festività ebraica in cui si commemora la consacrazione dell’altare del Tempio di Gerusalemme, costruito nel secondo secolo a. C. in seguito alla conquistata libertà dagli Elleni che hanno tentato di far adottare agli Ebrei pratiche contrarie alla propria religione. A partire dal venticinquesimo giorno del mese di Kislev - solitamente il mese di Dicembre - la festività si protrae per otto giorni in cui vengono progressivamente accese le candele del Chanukiah, per ricordare il miracolo avvenuto il giorno della consacrazione, quando un unico fiasco d’olio è riuscito a tenere accese le candele del candelabro del Tempio per ben otto giorni. Stesso periodo, un’altra rivincita, un’altra rinascita.

Cosa si festeggia a Natale secondo la tradizione Cristiana

Nel corso degli anni alla festa pagana del Sol Invictus, di cui abbiamo già parlato, si è sostituito il Natale Cristiano. Anche in questo caso a essere festeggiata è una nascita, quella di Gesù, Figlio di Dio, sceso in terra per la salvezza degli uomini. La coincidenza di date non è casuale, infatti Gesù rappresenta, per la religione di cui è messia, il Sole, colui che porta gioia, scalda e fa compagnia, soprattutto dopo le notti più lunghe. 

La festività qui a Nataland

Per quanto il mese di dicembre fosse già dedito ai festeggiamenti, il Natale così come lo conosciamo e onoriamo oggi ha avuto in realtà origine circa nel 300 a. C. quando i valori insiti nella nostra popolazione hanno incontrato i principi della religione Cristiana di cui Santa Claus era il punto di riferimento. Infatti, il Natale ha visto il suo esordio quando la strada di noi elfi ha incrociato quella percorsa dal vescovo di Myra, in un incontro non del tutto casuale. 

Mentre tutti gli altri popoli erano concentrati sul sole, noi elfi non abbiamo mai perso di vista la Luna, specchio della speranza nel mondo, la cui luce per la prima volta si stava rapidamente affievolendo. Bisognava fare qualcosa per ridare fiducia al genere umano… cosa? Fortunatamente San Nicola perseguiva il nostro stesso obiettivo e, dopo un brillante confronto, abbiamo preso la decisione che ha cambiato per sempre le nostre vite, e non solo. Siamo quindi partiti per il lungo viaggio che ci ha portati in Lapponia dove ci siamo messi all’opera per riempire il sacco con cui Babbo Natale ha compiuto il suo primo giro nelle cittadine colpite dall’oscurità. In questo modo abbiamo contemporaneamente dato vita a una tradizione che nel tempo si è consolidata ed estesa in tutto il mondo e a Nataland, il villaggio dove la magia nasce e si diffonde, anno dopo anno, Natale dopo Natale.

Il vero significato del Natale

Che si festeggi per culto, per tradizione o semplicemente per fermare un attimo la routine e dedicare più tempo alle persone care, il Natale, la sua attesa, le luci e i colori hanno lo straordinario potere di riempire i cuori di gioia, così tanta da mantenere viva la speranza nella maggior parte delle persone per tutto il resto dell’anno. Il senso del Natale è tutto qui, nel tempo che si dedica a se stessi e agli altri, nel calore delle case e degli abbracci, nel riscoperto piacere di donare, nella gentilezza e la gratitudine, nei legami che si consolidano attorno alla tavola e in tutti i buoni sentimenti che muovono al sorriso.