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Chi sono gli elfi di Babbo Natale e cosa fanno
Quando si parla degli aiutanti di Santa Claus, noi elfi siamo i primi che solitamente vengono in mente. Ad esser sincero, ne sono molto fiero. Per millenni ci siamo nascosti convinti che non saremmo stati ben voluti e ora, invece, chi pensa a noi ci associa a tutti i valori che il Natale racchiude. E’ vero che la festività ci ha dato tanto e ci ha fatto crescere, ma mi piace pensare che è anche un po’ il contrario, che se il Natale è associato a certi pregi sin dagli albori, è anche un po’ merito nostro. Ciò che invece trovo divertente sono le moltitudini di storie e leggende che vengono raccontate su di noi, elfi di Babbo Natale.
Quel che si dice degli elfi
Le prime storie su noi elfi raccontate dagli umani - non quelle ufficiali custodite nella nostra Sikrel - risalgono alla mitologia norrena dove figuravamo sugli arazzi e venivamo descritti come creature padrone di scienze e logiche al mondo ancora sconosciute. La miglior rappresentazione di sempre, a mio parere.
Gli scandinavi invece hanno un po’ confuso la nostra figura con quella di altre creature, credevano infatti che avessimo i nostri poteri magici, l’aspetto degli gnomi, le doti protettive degli schiaccianoci e il lato vendicativo di creature ben più malvagie. Infatti, la gente credeva che lasciando una ciotola di porridge sulla soglia di casa di notte non saremmo passati a fare dei dispetti a tutta la famiglia.
Un mix di elementi che ci faceva però molto più onore rispetto alla pessima visione che il mondo aveva di noi durante il medioevo, nei secoli bui in cui il male aveva la meglio sul bene. Colpa della nostra nemesi che all’epoca era più potente che mai.
E’ stato solo quando il nostro team di esploratori si è notevolmente ampliato e allo stesso tempo per Babbo Natale è diventato sempre più difficile non farsi vedere che la nostra figura è stata associata a quella di Santa Claus. È da quel momento che siamo stati dipinti come minuscoli esserini con gli occhi a palla, il naso a punta e la vocina stridula, visione in cui non ci rivediamo molto. Fortunatamente non è l’unica immagine di noi elfi. Quel che c’è di vero e che accomuna tutte le descrizioni su come sono gli elfi di Babbo Natale sono le orecchie a punta, il tratto fisico che ci distingue dagli umani con cui condividiamo tutte le altre caratteristiche.
Cosa fanno gli elfi di Babbo Natale e quanti sono
Se fisicamente veniamo descritti in modo sempre diverso, sono tutti d’accordo su quel che facciamo: costruire giocattoli. Si tratta di una narrazione piuttosto riduttiva, in quanto la struttura qui è ben più elaborata. Infatti, non ci limitiamo a costruire giocattoli e altri decori, ma li creiamo. Dall’idea alla realizzazione, passando per la progettazione. Tutto ciò che parte da Nataland è frutto del lavoro di equipe esperte che collaborano, sia all’interno della propria bottega, sia interfacciandosi con le altre, e dell’esperienza che negli anni ci ha spinto ad affinare anche i più piccoli oggetti, alcuni dei quali si sono diffusi e diventati di uso comune in tutto il mondo. Per far sì che un sistema come il nostro vada avanti e continui ad espandersi è necessaria una gran manodopera. Infatti, a discapito di quel che si dice, noi elfi non siamo poi così pochi, anche se chi dice che gli elfi di Babbo Natale sono tredici non ha tutti i torti.
Come si chiamano gli elfi di Babbo Natale
Tredici è il numero degli elfi saggi, membri del gran consiglio, gli originali che, insieme a Santa Claus hanno fondato Nataland, i coordinatori delle botteghe, maestri di arti e mestieri antichi che vengono tramandati di generazione in generazione. Un gruppo fantastico di cui sono fiero di far parte da prima ancora di mettere piede sulla terra.
Alabaster, capo degli elfi
Non è facile parlare di sé, per questo tolgo subito il pensiero. Sono Alabaster, definito da tutti capo degli elfi, anche se è una terminologia che non tanto mi piace. Mi hanno affidato questo ruolo perché sono il punto di riferimento per tutti gli elfi del villaggio da sempre, da quando ero a comando della spedizione che ci ha portati sulla terra millenni di anni or sono. Sono un elfo organizzato che trova facilmente soluzione ai problemi, aspetti che mi sono molto utili nel mio lavoro. Mi occupo infatti di coordinare tutte le attività qui a Nataland, dallo smistamento delle letterine alla partenza di Santa Claus il 25 dicembre, assicurandomi che tutto fili liscio e che ogni Natale sia sempre più magico.
Ioha, maestro elfo fabbro
La passione per la chimica e per i viaggi sono la prima cosa che ho notato di Ioha quando l’ho conosciuto, nonché il motivo per cui le nostre strade si sono incrociate. Scoprire quanti elementi esistono in natura è tra le cose che più l’ha colpito, sicuramente quella che lo ha spinto a dedicare il resto della sua vita fino ad ora ai metalli e alle sue leghe. Una passione diventata arte. Sono incredibili le cose che riesce a fare, anche se le sue creazioni preferite sono i modellini di veicoli, quelli con cui un giorno immagina tornerà a viaggiare visitando tutto il mondo.
Lekta, elfo chef
Lekta è la chef ufficiale di Nataland, continuamente alla ricerca di cose particolari e, quando le trova, non riesce più a lasciarle andare. Fa così da sempre, da quando nel suo studio sugli organismi viventi ha scelto di dedicarsi alla nicchia degli alimenti. La passione per la cucina è stata una conseguenza, unita a un talento naturale che nemmeno lei sapeva di avere. Il suo piatto forte sono i biscotti di Pan di Zenzero che non mancano mai nelle case e nelle botteghe della nostra cittadina e riescono a mettere tutti di buon umore.
Zirke, maestro elfo sarto
Se c’è un elfo preciso, quello è sicuramente Zirke, lo si nota subito, al primo sguardo. Sicuramente deformazione professionale dovuta al contatto costante con i numeri che raccoglieva, analizzava e interpretata prima di dedicarsi alla moda. Che poi, anche in sartoria fa la stessa cosa, prende misure che poi interpreta in capi sempre originali. La sua collezione preferita è quella dei vestiti di Babbo Natale, anche se poi, con suo disappunto, Santa Claus sceglie di indossare quasi sempre gli stessi.
Kymia, dirigente degli elfi scienziati
Di tutti noi, Kymia è tra le persone che meno è cambiata in questi millenni. Più passa il tempo più la sua curiosità aumenta. Continua infatti ad osservare ogni cosa con attenzione, convinta che ci siano sempre nuovi misteri ed enigmi da risolvere. Nonostante la sua prima squadra si sia dispersa per dedicarsi ad altro, lei continua a fare ricerche sulle cose più disparate, riuscendo, grazie al team che forma costantemente, a seguire diversi filoni che sono sicuro porteranno a grandi scoperte.
Genzel, direttore degli elfi astronomi
Se su Kian ci fossero state le nuvole probabilmente Genzel sarebbe diventato un meteorologo, invece la sua testa si trova tra le stelle. Da che lo conosco raramente l’ho visto con le orecchie dritte. Infatti il suo sguardo è spesso rivolto verso il cielo, anche quando non è chiuso nel planetario. Non ricorda quasi nulla, se non quello che ha visto attraverso un telescopio. Se qualcuno glielo fa notare dice che è normale, che deve fare spazio all’universo e non sa quanto gliene servirà.
Mihut, maestro elfo inventore
Tra le doti di Mihut, l’intuizione è sicuramente la più grande. Dove gli altri si limitano a guardare l’aspetto degli oggetti, lui si concentra sempre sulla funzionalità e su tutte le possibili combinazioni che può fare per progettare qualcosa di nuovo. Gli elfi che collaborano con lui devono stare spesso attenti a non farsi colpire da una pallina di carta. Non le lancia di proposito, ovviamente, solo che quando si sente illuminato si scorda di tutto e tutti e si muove come se fosse ancora solo nel suo studio.
Klany, maestro elfo falegname
Probabilmente non diventerà mai famoso come Geppetto, ma vi assicuro che Klany riesce a fare magie anche con ceppi di legno non incantati. Quando ha visto per la prima volta un tronco è stato subito incantato dagli anelli al suo interno che gli ricordavano tanto il radar che gli indicava la rotta. Allo stesso modo, dice che ogni ceppo gli suggerisce in cosa vuole essere trasformato e per rendergli giustizia è diventato maestro dell’intaglio.
Kaidynv, maestra elfa di tutte le arti
Kaidynv è senza ombra di dubbio la creatura più incantevole che io abbia mai conosciuto. Tutto ciò che tocca si trasforma in un’opera d’arte, il suo sguardo riesce a vedere il bello in tutto, che parli o canti, la sua voce si diffonde come la più soave delle melodie… Che fosse una persona così virtuosa me ne sono accorto subito, quando studiava il valore delle cose e non si rendeva ancora conto del suo di potenziale che fortunatamente qui è presto uscito fuori, permettendole di regalarci incredibili meraviglie.
Glarcy, maestro elfo delle costruzioni
Se mi chiedessero con quale aggettivo descriverei Glarcy, sarebbe sicuramente “pratico”. Delle storie, della dietrologia e della teoria delle cose gli è sempre interessato poco, quel che conta per lui è ciò che può realizzare e dimostrare oggi. Dategli un progetto e si metterà all’opera per renderlo davvero concreto. Ogni edificio qui a Nataland è stato costruito anche con le sue mani, oltre che sotto la sua direzione. Ogni volta che vede Mihut concentrato sorride e schiocca le dita, pronto a far diventare i suoi disegni cose fantastiche.
Bahir, maestro elfo contadino
Qualsiasi male tu abbia, stai certo che Bahir può curarlo. Una vocazione la sua che ha visto la massima espressione nella scoperta delle proprietà delle diverse piante a cui ha deciso poi di dedicare il resto della sua lunga vita, occupando poi parte della valle con la nostra foresta di alberi di Natale e con il magico vivaio. Ha letteralmente il pollice verde, e anche il polpastrello dell’indice, da quando ha schiacciato una foglia rara per farne uscire la linfa profumata che ora porta sempre con sé.
Kayorin, presidente degli esploratori
Per quanto Nataland sia casa sua, Kayorin non è fatto per star fermo. Nessuna sorpresa, è sempre stato così. Ama partire e adora altrettanto tornare, passioni che hanno caratterizzato tutte le sue scelte professionali. Gran parte di ciò che sappiamo sul mondo lo dobbiamo ai suoi racconti, così dettagliati che è possibile ricostruire i posti che visita senza dover nemmeno guardare una fotografia.
Sakyla, maestra elfa ceramista
L’essenza di Sakyla è intrisa di creatività e movimento continuo che la fanno destreggiare con incredibile naturalezza tra argille e smalti. E’ così armonica e delicata da sembrare una ballerina mentre si muove nella sua esposizione, così piena che se non si ha la stessa grazia si rischia di rompere qualcosa. E’ attenta a ogni minimo dettaglio e ci tiene alle piccole cose, sia all’interno della sua bottega che al di fuori.
Perdonatemi se non vi presento tutti gli altri nostri discendenti, ma non basterebbe un intero libro per parlare di tutti gli elfi aiutanti di Babbo Natale.